La festa della Candelora si celebra il 2 febbraio: è una ricorrenza religiosa molto importante, ma la Candelora è anche un punto di riferimento fondamentale per le tradizioni contadine del Veneto e di molte altre regioni. Scopriamole assieme.
La festa della Candelora
La festa della Candelora è il nome popolare della ricorrenza della Presentazione di Gesù al Tempio e cade il 2 febbraio. Nella liturgia cattolica si benedicono le candele, simbolo di Cristo come “luce per illuminare le genti”. È quindi una festa di luce. Ma la Candelora cade anche in un periodo molto importante per il calendario agricolo e nelle campagne venete di una volta si cercavano in questa data presagi per il resto della stagione invernale.

I proverbi veneti
Ci sono molti proverbi legati alla Candelora. In Veneto si usa dire che “par la Candelora dal’inverno semo fora / ma se piove o tira vento del’inverno semo dentro”. Ormai gennaio e passato e ha portato con sé anche i Giorni della merla, ritenuti i più freddi dell’anno. Non resta che aspettare l’arrivo della primavera, che se “piove o tira vento” è ancora piuttosto lontana. Ma c’è un altro proverbio che dice “da la Ceriola (altro nome della Candelora) se piovesela de l’inverno semo fora / se l’è seren quaranta dì ancora ghe n’aven”. Ovvero: se il 2 febbraio fa brutto tempo l’inverno è agli sgoccioli, ma se è sereno c’è ancora più di un mese di freddo davanti. Detti discordanti, proverbi che si contraddicono a vicenda? Forse sì, ma per tirare tardi nel tepore di una stalla facendo filò nelle gelide sere invernali andavano benissimo. E a proposito di animali, anche se di queste specie non ne troviamo di sicuro in una stalla del veneto contadino, la Candelora corrisponde in molte zone al “Giorno dell’orso”
Il giorno dell’orso…
In molte regioni il 2 febbraio è noto come il “Giorno dell’orso”. Vuole la tradizione che in questo periodo l’orso si svegli dal letargo e dia un’occhiata fuori dalla tana. Se il tempo è limpido vuol dire che l’inverno è ancora lungo, e l’orso se ne torna a dormire. L’orso era un tempo associato proprio alla primavera, perché il suo letargo corrisponde all’inverno e il suo risveglio era visto come annuncio del ritorno della buona stagione.

…e della marmotta
Negli Stati Uniti e in Canada vige l’usanza di osservare il comportamento di una marmotta per capire come proseguirà l’inverno: si tratta del celebre “groundhog day”, reso celebre dal film “Ricomincio da capo” nel quale Bill Murray è costretto a rivivere di continuo il Giorno della marmotta.

Il mese con la febbre
Sono tante le leggende legate al mese di febbraio fin dall’antichità, con carnevale dietro l’angolo e la Pasqua già a portata di mano. La filastrocca dei mesi d’altronde recita così: “De febraro no se parla! El ze un mese tanto fin e che el sà da brustolin. E se pol ciapar ‘na calda: de febraro no se parla!”. A febbraio, insomma, la terra inizia ad avere la febbre perché l’inverno se ne sta andando ed è il momento in cui la natura, i campi e l’uomo iniziano a risvegliarsi dal freddo e dal buio. Ma ricordate…de febraro no se parla!
