Homo Salvadego

Sacco_-_Homo_Selvadego_(8)

“Ego sonto un homo salvadego per natura, chi me ofende ge fo pagura”

L’uomo selvatico non ama l’asfalto, le città, gli ampi parcheggi e l’angolo delle offerte. E odia con furore l’apericena. Vive lassù, dove i prati lasciano spazio ai grandi boschi di faggi e abeti. Cervi e camosci non badano ai risvoltini e alla camicia firmata. Anzi, nelle millenarie foreste dove anguane, salvanelli e fauni aspettano che torni il loro tempo, la barba lunga non fa di te un hipster o un uomo alla moda, ma dice solamente da quanto tempo non vedi un rasoio.

Quando l’Insaziabile raggiunge il livello di guardia nella sopportazione della società entra in modalità Homo Salvadego e se ne va sui monti alla ricerca del profumo di resina, del rumore delle foglie secche sotto i piedi e del silenzio degli alberi.

A chi lo offende, o turba la quiete delle immense faggete delle Dolomiti, l’uomo selvatico rifila una sonora pernacchia. Qui, sulle pagine dell’Insaziabile, l’Homo Salvadego mette su carta digitale i suoi pensieri, la sua furia, la sua libertà e quel che resta della flebile alleanza umana quando l’istinto di sopravvivenza prende i comandi.

(ph. Wikipedia – Homo Salvadego di Sacco di Cosio Valtellino).