San Matio, tute le vache le torna indrìo. San Matteo, patrono di Asiago e casellante delle transumanze, è arrivato anche quest’anno con la sua sentenza: l’estate è finita e il freddo sta già frugando con le sue dita le terre alte. La prima neve ha spolverato il Portule e l’Ortigara come le tempie di un vecchio casaro.
Una danza iniziata tanto tempo fa
Ma è solo il primo passo di una danza che è iniziata tanto tempo fa. Ora il faggio colorerà di fuoco i monti sotto gli occhi del peccio, che invece ha un vestito solo. Poi arriverà la neve a far dormire la terra sotto la sua coperta bianca. La terra sognerà la primavera e tutto ricomincerà.
Uomini e animali tornano a casa
Ma per San Matìo uomini e animali lasciano i monti per tornare indrìo. Giù nel fondovalle o in pianura, salutando con un rumoroso corteo di cappelli e zoccoli, bagoline e grida le contrade: Gallio, Sleghe, Conco e giù a rotta di collo per Santa Caterina e la turrita Marostega. Contrà sonnolente e paesi irti di comignoli, dove le lunghe dita dell’inverno possono solo dipingere scarpìe di ghiaccio sulle finestre delle case e delle stalle.

La stagione dell’alpeggio è finita
La stagione dell’alpeggio è finita, bisogna lasciare la montagna alle creature dei boschi fino a quando il radicchio dell’orso e il giallo pissacan daranno la sveglia alla primavera. Intanto uomini e animali ritroveranno i loro riti osservando le giornate che si accorciano. Il fogo nella stufa o nel larin racconterà di notti gelide sotto il gran cielo nero nelle radure dei boschi dove danzano le anguane, mentre le faìve che corrono su per il camino cantano la loro gioiosa canzone prima di diventare stelle.
Torneremo a malghe
Tornerà il tempo dell’alpeggio, tornerà il fuoco sotto le caliere, tornerà il triso a tuffarsi nella cagliata, tornerà a risuonare il campanaccio nelle piane incantate allagate di sole. E noi torneremo a malghe, una volta ancora.