Cosa vi raccontiamo oggi? Ecco qui: oggi parliamo di una magnifica giornata in malga, per capire quali sono le nostre radici e cosa rischiamo di perdere se continueremo a inseguire l’omologazione di gusti e mode.
Con gli assaggiatori di formaggi dell’Onaf abbiamo condiviso una giornata con il malghese della malga Stazio in Valmaron, sopra Enego. Con lui – che, per inciso, ha pure le rarissime vacche burline in alpeggio – abbiamo visto come si fa il formaggio a partire dal latte appena munto, come si fa la ricotta e quali sono gli strumenti semplici e antichi del suo mestiere.
A farci compagnia in questo viaggio c’era Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio di tutela del formaggio Asiago DOP, e abbiamo anche scoperto che i formaggi vanno a braccetto con le grappe grazie agli esperti dell’ANAG Veneto. Nel video dell’Insaziabile Ferdinando Garavello potrete sentire, dalle voci di chi lotta ogni giorno perché queste tradizioni non vadano perse, perché è importante andar per malghe e perché il formaggio prodotto in alpeggio è nel vero senso della parola un patrimonio dell’umanità.
Andiamo in malga per vedere da dove veniamo e come è nata la nostra civiltà. Andiamoci ancora, scegliendo come sempre la strada meno battuta, per capire quanto abbiamo di superfluo ogni giorno nella nostra vita e per ridurre quest’ultima ai suoi termini più semplici.
E poi, non è forse il campanaccio delle vacche in montagna che rimbalza fra prati e rocce nelle nuvole basse d’estate il suono più bello del mondo?