Va ben, il gattino non si mangia. A meno che non siate di quella stirpe veneta che sembra avere nei felini una dispensa inesauribile (A proposito, ricordatemi di raccontarvi nei prossimi giorni come è nata la diceria dei vicentini magnagati). Il formaggio invece si mangia, e per gustarlo bene bisogna conoscerlo.
Meglio andare sul sicuro con prodotti vaccini, oppure stuzzicare il palato con la sorprendente capra e la dolcezza della pecora? Meglio una pasta filata (mozzarella, provolone), fresco (casatella, stracchino), mezzano (Asiago, Piave), un erborinato (blu di capra, gorgonzola) oppure uno stravecchio dalle note piccanti?
Affidatevi al vostro casolino – la cui etimologia deriva forse proprio da caseus, ovvero formaggio – di fiducia. Lui saprà consigliarvi al meglio, spiegandovi i migliori abbinamenti con il vino e quanto può durare la forma. Fatevi anche dire se “puzza” o meno, rischiate di impestarvi la casa con gli effluvi di un puzzone di Moena, di un Camembert o di un Limburger.
Ps – Il formaggio è come il vino, si gusta meglio in compagnia!