La diga è solo una minima parte del Vajont.
La diga, che sorge ai confini fra Veneto e Friuli, è una vela di cemento e metallo, ma nella pancia del Vajont ci sono chilometri di gallerie e tubi.
In alcuni scorre ancora l’acqua mentre molte gallerie sono state spazzate dall’onda del 9 ottobre 1963: quella notte sono morte duemila persone e la valle porta ancora i segni di quel disastro.
Le gallerie sono ancora visitabili, ma solo in alcune occasioni e ricorrenze. È un dedalo incredibile di cunicoli e tubi immensi.
Poi c’è la sala dei giganti, una cattedrale nel ventre della montagna che accoglieva le apparecchiature e macchinari della centrale elettrica.
Fa paura pensare a quanto ha lavorato l’uomo scavando la roccia e cercando di dominare l’acqua per la sete di profitto e la brama di costruire l’opera più grandiosa dell’epoca.
Anzi
Fa paura solo pensare a quella notte