Siamo d’accordo: farà anche piacere un bel mazzo di rose e i diamanti saranno pure i migliori amici di una ragazza, ma in realtà il miglior regalo per San Valentino è il formaggio. Un apostrofo paglierino fra due cuori che racconta di noi più di quanto possano farlo un film, una canzone o un regalo con tanto di fiocco rosso. Per la festa degli innamorati, gli innamorati del formaggio fanno festa.
Qualche esempio, giusto per stuzzicare la curiosità?
COEUR DE NEUFCHÂTEL: IL FORMAGGIO A FORMA DI CUORE
In Francia esiste un cacio a forma di cuore. È il Coeur de Neufchâtel, prodotto in Normandia con latte vaccino: pasta molle e crosta fiorita di penicillum, si dice che sia nato quando le donne francesi volevano corteggiare i soldati inglesi durante la Guerra dei Cent’Anni. O viceversa. L’origine di questa peculiare forma – ne ha altre, che donano aromi e sapori diversi – si perde nella notte dei tempi, ma ciò non toglie che il Neufchâtel sia il formaggio più regalato a San Valentino. Almeno in Francia.
IL GORGONZOLA: UN FORMAGGIO NATO PER AMORE
Anche dalle nostre parti il formaggio è legato a doppio filo con l’amore. Vuole la leggenda che il gorgonzola sia nato proprio a causa di una distrazione amorosa: un giovane casaro innamorato aveva ceduto alle lusinghe di Cupido, trascorrendo gran parte della giornata con la sua amata. Il lavoro in latteria non era stato quindi portato a termine e una forma di cagliata che il ragazzo aveva preparato era rimasta appesa a spurgare siero per tutta la notte.
Il giorno dopo il casaro, per evitare una bella lavata di capo, aveva deciso di aggiungerlo alla cagliata fresca del mattino: una volta invecchiato, lo stracchino originario era diventato qualcosa di molto diverso. Le muffe avevano fatto il loro lavoro, dando vita all’erborinato che tutti conosciamo.
TRNIČ: UN FORMAGGIO SIMBOLO DELL’AMORE
In Slovenia, invece, c’è un cacio che è diventato il simbolo dell’amore nelle vallate dell’ultimo lembo delle Alpi. È il Trnič, un formaggio a pasta dura lavorato in doppia forma dai pastori durante il periodo dell’alpeggio e decorato a mano con minuscole incisioni: una volta scesi a valle, i giovani portavano una delle due piccole forme alla donna che amavano.
Se questa accettava il dono, la faccenda si faceva interessante. La sua forma caratteristica e il gusto, legato alle antiche tradizioni ormai perdute, ne fanno un cacio che non può mancare sulla tavola degli innamorati.
MONT D’OR: UN FORMAGGIO DA CONDIVIDERE
Torniamo dall’altra parte delle Alpi per farci abbracciare dalle sensazioni balsamiche del Mont d’Or, rara denominazione a braccetto tra Francia e Svizzera: per i primi è Mont d’Or AOP, per i secondi è Vacherin Mont d’Or. La sostanza non cambia. Il Mont d’Or è un formaggio vaccino a latte crudo e pasta molle, che viene prodotto quando gli animali tornano dall’alpeggio. Una sorta di “stracchino” nel senso storico del termine, che viene avvolto in sottili lamine di legno d’abete e poi strizzato in una scatola tonda, sempre di legno. Ottimo al cucchiaio, diventa libidinoso se passato per qualche minuto in forno e accompagnato da patate ratte bollite.
Un formaggio da condividere, che abbraccia e si fa abbracciare.
IN VENETO: FORMAGGIO “PINCION”
E in Veneto?
Da quelle parti si usa dire che un formaggio che “scalda” particolarmente, come potrebbe essere uno stravecchio di malga o un cacio d’alpeggio piccantino, è un formajo pincion. Con la semplicità del mondo contadino che un tempo permeava questa bellissima regione si vuol dire in poche e concise parole che un formaggio è afrodisiaco.
Certo è che un Asiago Dop di 4 o 5 anni prodotto in montagna e “tirato” alla perfezione, specie se accompagnato da un vino passito e da qualche goccia di miele in favo, può dare il via a serate speciali. Per qualcun altro, invece, l’appellativo “pincion” era dovuto al fatto che il casaro aveva preferito intrattenersi in faccende amorose tagliando corto qualche passaggio della produzione e dando vita a una tipologia casearia a parte. Il succo è che anche in Veneto ci sono formaggi straordinari, e che dal cacio alla caciara il passo è davvero breve.
Avete quindi l’imbarazzo della scelta: dal Veneto alla Francia, dalla Slovenia agli erborinati italiani, per condividere con chi vi è caro il risultato di antiche tradizioni, tenaci resistenze montane, sfrenate lussurie casearie e sensuali aromi.
E voi, che formaggio regalate a San Valentino?