Sette volte bosco, sette volte prato
di Ferdinando Garavello
Un palco non è solo un pezzo di osso cresciuto sulla testa di un cervo e poi caduto. Gli spiriti dei boschi ci giocano nelle notti senza luna prendendo le sembianze di scoiattoli arrabbiati. Combattono lunghe battaglie brandendo i palchi come spade e gli piace imitare il richiamo del barbagianni quando vedono il fumo uscire dai comignoli delle nostre casere. E scuotono i rami più bassi dei larici per spaventare gli incauti che se ne vanno a zonzo di notte nelle foreste delle Dolomiti.
Poi, quando ci si sono divertiti abbastanza, lasciano i palchi in mezzo ai rami o sul sentiero perché l’uomo possa ritrovarli e rendersi conto che anche lui è solo una piccola parte di questo immenso orologio fatto di animali, boschi, rocce, fiumi, insetti e tempo che se ne va.
Sette volte bosco, sette volte prato. Poi tutto tornerà com’era stato.