La Blanquette della discordia

Niente serprino oggi, e neanche pinello. Oggi un’elegante e diafana dama francese, tanto frizzante quanto furbetta, mi ha rapito dai miei amati vini veneti.

Oggi si va di Blanquette de Limoux, fonte di inestinguibile odio e di indomato amor.

In Francia stanno litigando da qualche centinaio d’anni su questo argomento, dato che allo Champagne non va proprio giù che la paternità del vino frizzante rifermentato in bottiglia vada alla Blanquette.

 

Breve digressione storico-enologica

Dovete sapere infatti che nella prima metà del Cinquecento i monaci benedettini dell’abbazia francese di Sant’Ilario si davano già da fare sulle tecniche di vinificazione in bottiglia, perché avevano scoperto che il loro vino bianco fermo era diventato frizzante.

Fine della breve digressione storico-enologica

 

Insomma, come si dice qui da noi in Veneto, il vino bianco “spumava” improvvisamente nelle bottiglie. Con tutte le conseguenze del caso: capita ogni tanto anche a qualche mio vecchio zio che il vino fermo diventi frizzante in bottiglia, e di solito la giravolta still/sparkling viene scoperta al momento dell’apertura. Quando chiunque sia nelle immediate vicinanze della bottiglia stappata viene ricoperto di schiuma vinosa.

“Toh, ma el jera fermo quando che lo go messo via” – mormora il disperato parente, che aggiunge poi alcuni improperi che avrebbero fatto frizzare le orecchie dei buoni monaci benedettini di Sant’Ilario. Accade a volte che il vino “spumi” anche in cantina, facendo saltare i morbidi tappi e causando il solito concerto di giaculatorie benedettine parentali.

Orbene, a questi monaci quel vino che era diventato frizzante in bottiglia non dispiaceva affatto e iniziarono a lavorarci su. Nacque così il primo brut della storia, o almeno il primo del quale abbiamo notizia. E proprio questa parte della faccenda non piace granché agli champagnisti, che reclamano la paternità del metodo classico tramite il santissimo e veneratissimo Dom Perignon.

Vabbé, ma alla fine chi ha inventato il vino rifermentato in bottiglia?

Mah, a questo punto probabilmente la verità si è persa in modo definitivo nelle infinite cantine di Francia. Però a noi resta la possibilità di ordinare una bottiglia di Blanquette de Limoux ghiacciata quando la vediamo occhieggiare dalla cantinetta refrigerata della nostra osteria di fiducia.

Quella di Sieur d’Arques è particolarmente desiderabile in una giornata d’agosto, quando quel volpone di Mirco del Tira Bouchon di Padova – mirabile enoteca sotto il Salon – te la propina assieme a uno spuncion alla veneta per dimenticare afa e affanni.

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