Dove riposano i prosciutti dormivano i soldati della Grande Guerra. E i tedeschi ci tenevano le derrate alimentari del comando. Ora che la guerra è solo un ricordo sbiadito nelle cartoline celebrative del 15-18 i tedeschi arrivano a Este, in provincia di Padova, senza stivali e divise in grigioverde. Insomma, fanno quello che gli riesce meglio: turismo enogastronomico.
Salendo le strette scale del prosciuttificio Fontana di Este si torna indietro nel tempo fino alla Prima guerra mondiale, quando l’edificio non era ancora adibito a prosciuttificio. Nello stanzone all’ultimo piano dormivano i soldati pronti a partire per il fronte, che nell’ultimo anno del conflitto era rappresentato dal Piave.
Dove ora sono appesi i prosciutti di Fontana spiccano ancora i numeri delle file dei letti in cui i ragazzi in divisa sognavano di poter tornare un giorno a casa.
Alcuni di loro sono tornati, altri no.
Nel 1939 il prosciuttificio ha iniziato l’attività, ma un’altra guerra è arrivata a rompere la pace delle cosce intente a raggiungere il grado di poesia necessario a trasformarle in prosciutti. A Este sono arrivati i tedeschi, che hanno scelto come magazzino per le derrate alimentari proprio lo stabilimento della famiglia Fontana. La produzione è stata interrotta sino alla fine del conflitto, poi la bestia che gira il mondo e non si ferma mai ha deciso di prendere altre strade e per il Veneto è iniziato un periodo di pace.
Adesso l’unica guerra che si combatte in quelle sale è contro le variazioni di temperatura e di umidità che potrebbero attaccare i prosciutti. Anche perché stiamo parlando del Prosciutto Veneto Berico Euganeo Dop, del quale i Fontana di Este sono una colonna portante da oltre mezzo secolo.
Il salumificio di via Schiavin non produce solo il dolce prosciutto veneto, ma spazia sull’intera gamma nazionale. Dallo speck al fiocco, passando per pancette, soppresse, wurstel e preparazioni stagionali come la natalizia “bondiola” euganea, i musetti e le salsicce.
Ci sono stato ieri, e porto ancora nel naso il profumo di centinaia di prosciutti addormentati che sognano di diventare l’avanguardia di un assalto totale al cibo spazzatura e all’italian sounding che a volte imbroglia anche i palati più preparati.